Yaounde capitale Camerun
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Yaoundé e la vita di quartiere

Camerun – giorno #1

Yaoundé non ci sono moto-taxi, il sindaco le ha vietate perché — leggo dalla guida — davano un’idea terzomondista. Fa un po’ ridere la cosa, guardando poi le strade della città. Una pletora di auto gialle scassate che fanno da taxi per il milione e mezzo di abitanti sparsi su un’area metropolitana gigantesca. Embotillage è dunque la parola chiave. “Quanto ci metto ad arrivare alla gare routiere?”- “Dipende, sui venti minuti” ma se “il y a l’embotillage” anche il doppio o il triplo.

Yaounde capitale Camerun
Strade di Yaoundé

Ed eccomi alla gare ad aspettare che parta il bus che mi porterà verso Ovest. Una signora arriva con un cesto pieno di pulcini e lo carica sul sedile a fianco al mio. Si parte quando è pieno. Il mantra che mi fa sospettare che avrò tempo di scrivere e ripensare alla mia prima giornata africana.

È stato un battesimo fortunato: a Istanbul, mentre aspetto il volo per Yaoundé, incontro Lidia e Yannick. Lidia è una signora di Pavia (incredibile ma vero, una concittadina!!) che parte per il suo tredicesimo viaggio in Camerun. E Yannick un giovane ingegnere camerunese che torna in patria dopo sette lunghi anni di assenza. Yannick è il figlio di Alfonsine, l’amica di Lidia che aiuta i bambini che vivono nella brousse fuori Yaoundé.
Ci scambiamo i contatti.

Yaoundè albergo Camerun
FIIAA — Maison des loisirs et de la Culture, Nsimayong — Yaoundé

La mattina mi sveglio stanco, ho dormito poco e male. Faccio un giro per Yaoundé con André, il patron dell’albergo dove alloggio. Andiamo a ritirare dei mobili al mercato più grande della città, Mokolo, mi guardo intorno ed in un attimo riaffiorano tutte le sensazioni che mi richiamano qui quando dal mio letto di Milano leggo storie e sogno di partire. Auto, persone, animali, smog, schiamazzi. Passano dei militari e tutti gli ambulanti corrono a nascondersi.
Yaoundé è anche chiamata la città delle sette colline, come Roma, ed in effetti è una città più piacevole delle altre capitali africane che ho visitato. Il clima è umido ma fresco, la notte si dorme sotto una coperta leggera. La città è tutta un saliscendi tra colline di terra rossa e immensi banani di un verde acceso.
Torniamo alla Maison di André, gioco coi bimbi e aiuto a montare i mobili nuovi. Poi esco, vado a comprare la SIM locale per il cellulare, passo strategico e puntuale di ogni viaggio in Africa.

Yaoundé colazione albergo
Con i figli di André, il proprietario dell'albergo

Tornato in albergo chiamo Yannick: tempo un’ora mi passa a prendere per andare a fare un giro. Arriva con sua sorella e la mamma, un’imponente donnona fasciata con abito e turbante blu e giallo. Hanno fame, andiamo a mangiare pesce alla brace e manioca bollita in un ristorantino in un qualche quartiere della città. Yannick è sposato con una ragazza pugliese e fa il programmatore informatico, chiedo perché non ha mai portato la moglie in Africa. Mi confida che vorrebbe farlo ma ha paura che lei possa giudicare lo stile di vita della sua gente, che non capirebbe.

Yaoundé ristorante Camerun
Pranzo a Yaoundè con Yannik e la famiglia

Torniamo in auto e mi chiedono se ho voglia di accompagnarli nel quartiere dove Yannick è cresciuto, dove vive ancora la grande-mere, la nonna. Mi avvisano che è un quartiere molto popolare, che Yannick da quelle parti non si vede da anni e che quindi tutti vorranno salutarlo, sapere com’è la sua nuova vita in Italia. Il sogno proibito di tutta la gente che qui lotta per sopravvivere.
Non me lo faccio ripetere due volte e in men che non si dica siamo lì, una stradina piccola e sterrata dove si affacciano tante casette con tetto in lamiera. Al centro il “bar” del quartiere dove i giovani giocano a songo e bevono birra. Appena arriviamo gli sguardi delle persone sono stupefatti. È tornato Jobbs!!!! Così chiamano il loro fratello che ha fatto fortuna in Italia e che, secondo loro, è il programmatore di Facebook e di WhatsApp. Non può essere altrimenti, dev’essere per forza lui!

Yaoundé piazza quartiere Camerun
Bar del quartiere
Strade Yaoundé Camerun
Le strade del quartiere

Passiamo quindi ai saluti infiniti, agli abbracci e alle presentazioni. Conosco la zia di Jobbs, sì mi piace chiamarlo così perché in questo modo di chiamarlo c’è un fondo di speranza e ironia che solo gli africani sanno avere. La Zia è anche chiamata Il Generale, e si capisce subito dai suoi modi anfitrionici. Dice Yannick che si è autonominata così, che quando era piccolo si faceva chiamare il Colonnello ma ora ha fatto carriera e ha preso i gradi superiori.
Saluto con deferenza la grande-mere, una smilza ed alta anziana signora con gli occhi grandissimi. Resta seduta perché ha male alle gambe, mi spiegherà Lidia che le ha mandato le stampelle per camminare ma non le usa per non rovinarle.
La “piazza” del quartiere è un via vai di giovani. Ci sono tutti i classici personaggi di una scena simile in qualsiasi parte dell’Africa: il giovane istruttore di calcio chiacchierone e beverone, i giocatori incalliti di songo che non si staccano dalla loro tavoletta da gioco, la matrona del bar che distribuisce frittelle e birra a tutto il quartiere. Mi godo questo ritorno “a casa” seduto su un muretto e spiegando ai passanti che no, non sono parente di Jobbs.

Donne Camerun
La mamma e la zia di Yannik, il Generale

Ci perdiamo ancora un po’ a parlare con lo zio di Yannick, che ha vissuto quasi dieci anni a Pavia, ma come tanti ha poi deciso di tornare in patria. Troppo forte la mancanza. Quando, dopo anni, è tornato a visitare la sua famiglia, ha semplicemente deciso di restare. Anche se in Italia lavorava e qui, mi dice, non c’è niente da fare.

Inizia a tramontare, ma siamo quasi all’Equatore. In un attimo si fa buio. Faccio in tempo a passare a salutare La Lidia, che ha passato la giornata a lavare e stirare i panni dello zio imprecando contro il suo disordine cronico.
Torno in albergo, sono distrutto. Crollo in un sonno profondo dopo una fresca birra con André nel cortile di casa.

Il bus ha acceso il motore, forse si parte

Gare Routiere Yaoundé Camerun
Alla gare routiere, Yaoundé

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