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Un trekking selvatico

#1 – Da Ioannina alle Meteore

Questo trekking nasce da un’idea venutami un po’ per caso mentre studiavo un modo per esplorare lentamente le regioni del Nord della Grecia. Sono un appassionato di Balcani e di quel mix di culture che li popolano da secoli. Ho attraversato e visitato ormai tantissime regioni di quest’area dell’Europa Orientale, ma non avevo mai esplorato la Grecia del Nord che per molti aspetti fa culturalmente parte di questo territorio.

Così la scorsa estate ho prenotato un volo per Preveza, in Epiro, e da lì ho raggiunto Ioannina, il capoluogo di questa regione, deciso a tentare un’impresa ardua e impegnativa: attraversare le montagne di Epiro e Tessaglia a piedi per raggiungere le celebri Meteore, a Kalambaka, uno dei luoghi più iconici della Grecia continentale.

L’itinerario è descritto in maniera più concisa nell’articolo “Da Ioannina alle Meteore – itinerario a piedi”

Due premesse prima di raccontarvi l’itinerario: non è un trekking “per tutti” sia perché piuttosto lungo e impegnativo (sono circa 200 km di lunghezza e più di 6.000 m di dislivello), sia perché non è segnalato e alcuni tratti superano zone impervie in cui dovrete contare solo su voi stessi. Bisogna quindi partire preparati, consci che le montagne della Grecia non sono le Dolomiti dove i percorsi sono ben segnalati. Qui i sentieri di montagna sono percorsi solo dai pastori e dalle loro pecore. Per la maggior parte del tempo camminerete da soli.

È comunque un trekking che alterna strade asfaltate, sterrate carrabili o gippabili e sentieri. Un lato certamente positivo è che ogni tappa termina in un villaggio in cui è possibile trovare una taverna in cui rifocillarsi (il cibo greco è fantastico!) e qualche persona del posto, curiosa e propensa a scambiare quattro chiacchiere con un forestiero.

Le strutture ricettive sono scarse o nulle, per cui è preferibile attrezzarsi con tenda e fornelletto, ma vi consiglio di non portarvi troppo cibo sia perché come detto ci sono sempre taverne, sia perché, anche volendo essere autonomi nella preparazione dei pasti, in ogni paese troverete una piccola bottega dove rifornirvi.

Consiglio, comunque, di portarvi sempre prodotti energetici come barrette, frutta secca, integratori di sali e ovviamente tanta acqua. Io ho effettuato il trekking in agosto: nella parte “bassa” del percorso (altitudine 500-700m slm) le temperature erano abbastanza alte (sui 32°-33°) mentre una volta entrati nel cuore delle zone di montagna (1.000-1.100m di altitudine nei vari villaggi), le temperature erano piacevoli. Avevo comunque con me sempre tre litri d’acqua così suddivisi: due litri nella “camel bag” e una borraccia da un litro. Alla fine dell’itinerario, vi riporterò un elenco completo di quello che avevo nello zaino.

Ma ora, mettiamoci in marcia e partiamo!!

Ioannina - Moschea di Ali Pasha
Ioannina - Moschea di Ali Pasha

Giorno 0: Ioannina

Il primo giorno è dedicato alla visita di Ioannina (Giannina in italiano), capoluogo dell’Epiro, una regione storica della Grecia settentrionale, confinante con l’Albania con cui condivide secoli di storia e molti lasciti culturali. Ioannina è stata infatti capoluogo del cosiddetto sangiaccato di Ioannina, poi fuso con quello di Trikala nel pascialato di Ioannina. Sotto dominazione ottomana per più di quattro secoli, è passata alla storia grazie a un personaggio molto controverso che tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 conquistò vaste zone tra il sud dell’Albania e il nord della Grecia: Ali Pasha Tepelene, noto anche come il leone di Giannina. Ali Pasha stabilì proprio a Ioannina il suo centro di potere e diventò talmente potente da essere poi deposto e ucciso dagli stessi turchi (da cui dipendeva) che avevano iniziato a temere che il suo regno potesse minacciare l’integrità dell’impero ottomano.

Ioannina - vecchio bazar
Ioannina - vecchio bazar

Per questo motivo Ioannina è una città che merita una visita approfondita: vi consiglio di passarci almeno un giorno e una notte, ma volendo ci si può fermare anche di più. La sua posizione è meravigliosa, adagiata sulle sponde del lago Pamvotida le cui placide acque hanno assistito ad assedi, guerre e conquiste. Il lascito culturale della Storia è eccezionale perché coniuga l’eredità ottomana, ben visibile nelle stradine acciottolate del Kale o Kastro, la città vecchia cinta da possenti mura con l’imperdibile mausoleo di Ali Pasha e le tante case ottomane splendidamente restaurate, e il patrimonio cristiano-ortodosso, custodito sull’isola nel lago Pamvotida. Quest’isoletta, unica isola abitata in Europa a non avere un nome – si chiama semplicemente “isola di Ioannina”, è punteggiata di chiese bizantine e ortodosse, dove gli abitanti hanno protetto la loro cultura e religione dall’assalto dei turchi. Per uno strano scherzo del destino, Ali Pasha scappò proprio sull’isola quando i Turchi arrivarono in città per giustiziarlo e qui fu ucciso.

Mausoleo Ali Pasha
Chiesa sull'isola del lago Pamvotida

Insomma, Ioannina è una chicca che non potete perdere. È una tranquilla cittadina di provincia molto autentica dove inizierete ad assaporare quel gusto tipicamente balcanico del mix culturale e dove scoprirete “un altro lato della Grecia”, molto molto distante da quello da cartolina delle isole con le casette bianche e blu.

Io ho dormito al “Backpackers and Travellers Hostel”, un ostello di piccole dimensioni gestito in maniera stupenda da Gianna e Kostas, una coppia nella vita e nel lavoro che ha reso questo luogo una vera “casa” dove poter condividere pezzi di vita e storie di viaggio. Tra l’altro la posizione è ottimale, a due passi dalla città vecchia e dal bazar ovvero la zona dei locali notturni e dei ristoranti, animatissimi durante le calde serate estive epirote.

Giorno 1: Elliniko-Michalitsi

(km 23, dislivello +840/-920)

Elliniko-Chouliarades
Elliniko-Chouliarades - dislivelli
Chouliarades-Michalitsi

Ho scelto di non iniziare il trekking da Ioannina, in quanto le temperature erano veramente alte e il primo tratto di uscita dalla città non è molto interessante. Il punto di partenza è dunque il paesino di Elliniko, un villaggio a circa 20 km da Ioannina, porta di accesso al Parco Nazionale Tzoumerka, Peristeri e Arachthos Gorge in cui si sviluppano i primi giorni del trekking.

Per raggiungere Elliniko, un comodissimo minibus cittadino parte tre volte al giorno da Bizaniou Odos, una vietta che si trova proprio dietro la Torre dell’Orologio di piazza Repubblica. Gli orari (agosto 2021) sono 6:45, 13:00 e 19:10. Con il primo bus del mattino si arriva verso le 7:15 a Elliniko, pronti per una giornata di trekking che inizia subito con il botto!

Prima di partire per il trekking vero e proprio, ho fatto una tappa al Monastero di Panagia Tsoukas, a 2,5 km dal paese, proprio sopra le gole dell’Arachtos. Il monastero in sé non è imperdibile, e ovviamente vista l’ora la chiesa era chiusa quando sono arrivato, per cui visto che la prima tappa è molto impegnativa, non consiglierei di fare questi 5 km aggiuntivi tra andata e ritorno. Io ho approfittato per fare una sorta di “voto del pellegrino” per propiziarmi un buon cammino!

Parco dello Tzoumerka
Vista delle gole dal monastero di Panagia Tsoukas

A Elliniko, proprio al centro del paese dove vi lascerà il minibus, noterete il museo del famoso artista greco Theodoros Papagiannis, che è situato nella vecchia scuola. Al mattino presto è chiuso, ma nel cortile sempre aperto ci sono alcune sculture molto bizzarre di diversi artisti greci che Papagiannis – originario di Elliniko – ha chiamato per impreziosire il suo museo: buttateci un occhio!

Ma iniziamo il trekking vero e proprio: prima di partire avevo fatto un’attenta ricerca per trovare un modo di superare il fiume Arachtos, il fiume più importante del parco dello Tzoumerka, che non fossero i ponti carrabili a nord (in corrispondenza del villaggio di Kedros) o a sud (a fianco dell’antico ponte di Politsa), anche perché non c’erano mezzi da Ioannina per raggiungere questi punti. Ho scoperto che a metà strada tra questi due luoghi, c’è un ponte sospeso (ponte tibetano) chiamato Gefiri Lysias (Lysias Bridge) che permette ai viandanti di superare l’Arachtos. Sul web ho trovato anche indicazione del percorso a piedi da Elliniko a Chouliarades e ho scaricato la traccia gps, convinto che essendo un percorso segnalato, fosse semplice percorrerlo!

Purtroppo, ve lo dico subito, non è così! Il percorso versa in condizioni pessime, sopraffatto dalla vegetazione in più punti e mal segnalato con alcuni brandelli di nastro tipo quello da cantiere bianco/rosso, ormai consunto. Ho perso la strada più volte e solo la conoscenza e l’utilizzo della traccia gps mi ha permesso di raggiungere Chouliarades, non senza difficoltà. Se non siete esperti di tracce gps, vi consiglio di cercare un bus che da Ioannina vi porti direttamente dentro il parco Tzoumerka (fate riferimento ai paesi di Agnanta o Pramanta, i centri più grandi sporadicamente collegati via bus a Ioannina).

Elliniko - vista sulle gole dell'Arachtos
Elliniko - vista sulle gole dell'Arachtos

La discesa da Elliniko non è complicata: si scende prima per una strada gippabile ampia con viste stupende sulle montagne e poi giù per la gola dell’Arachtos su un sentiero abbastanza ripido con tante pietre dove è facile scivolare (ricordate le bacchette!!). Il sentiero è comunque sempre ben visibile e percorribile. I problemi arrivano quando si raggiunge il meraviglioso e verdissimo Arachtos, in quanto il ponte tibetano non è immediatamente visibile e bisogna orientarsi con il gps tra alberi e vegetazione per trovare finalmente il punto da cui è visibile il ponte! Indicativamente si trova verso sinistra, una volta raggiunto il punto più basso del sentiero. Io ho impiegato più di venti minuti per scovarlo…

Fiume Arachtos
Fiume Arachtos

Come se non fosse abbastanza, l’accesso al ponte dalla parte di Elliniko è sul fianco della montagna e per imboccarlo bisogna salire un sentiero quasi invisibile e direi abbastanza pericoloso, anche se il tratto è brevissimo…uomo avvisato!

Il ponte tibetano è veramente sospeso sopra le acque ampie ma pacifiche del fiume, composto da vecchi cavi di acciaio e una rete “a maglia” che ti fa sembrare di volare sull’acqua. Inutile dire che il paesaggio è selvaggio e unico, con il verde delle montagne tutt’attorno e nessun segnale di vita se non il canto degli uccelli.

Lysias Bridge
Ponte tibetano di Lysias

Superato il ponte, inizia la parte veramente difficile. Elliniko si trova a 700 metri slm, l’Arachtos scorre a circa 300m slm, mentre il paese da raggiungere (Chouliarades) sta a 1.050m slm. Si tratta quindi di 750 metri di dislivello da superare in pochissimi chilometri (direi circa 4 km dal letto del fiume al paese), per cui non è esattamente una passeggiata di salute. Come se non bastasse, dalla parte di Chouliarades la vegetazione è fittissima per tutta la salita e il sentiero, come detto, mal segnalato. Con uno zaino pesante sulle spalle e il sole della tarda mattinata sulla testa, per me è stata una vera impresa arrivare in cima. Ho bevuto praticamente tre litri d’acqua nel solo tratto della salita, sono arrivato sfinito in paese. Probabilmente il tratto fisicamente più impegnativo dell’intero trekking. E fatto al primo giorno non è esattamente il modo migliore di iniziare. Ma tant’è…

Vegetazione fittissima all'interno delle gole

Salendo dall’Arachtos verso Chouliarades, il primo segnale di vita è una piccola chiesetta immersa nel bosco con una stupenda vista sulle gole. Qui potete fermarvi e ringraziare il Signore (o il Cielo!) di avercela fatta, per poi proseguire per l’ultimo chilometro fino al centro del paese dove una piazza ombreggiata da grandi platani vi aspetterà per godervi un po’ di meritato riposo. Il centro di Chouliarades mostra i tipici elementi dell’architettura dei villaggi dello Tzoumerka: una chiesa al centro della piazza con una torre campanaria separata dalla chiesa che si staglia imponente, alberi frondosi che proteggono dal sole inclemente e – immancabile – un bar (in greco kafenion) che prepara insalate, piatti freddi e bevande di tutti i tipi. Ristoratevi con un “freddo”, ovvero il classico frappuccino di Nescafé onnipresente nelle lunghe estati greche, da nord a sud – isole comprese!

Al mio arrivo, un gruppo di ragazzi del paese, incuriosito dal forestiero, si è avvicinato e ha iniziato a farmi tantissime domande perché nessuno di loro si era mai avventurato nelle gole dell’Arachtos (giusto per dirvi quanto è battuto il sentiero!!) e gli anziani narrano che in fondo alla gola, dove c’è il fiume, c’era un vecchio villaggio ora abbandonato. Mi è spiaciuto dovergli smontare questa leggenda, perché – no – non c’è nulla di tutto ciò. Almeno non dove sono passato io!

Ho passato circa tre ore sotto i platani di Chouliarades, gustandomi una freschissima insalata greca con pomodori, cetrioli, cipolle e feta e ristorandomi con acqua fresca e limonata. Ero veramente uno straccio…

Piazza di Chouliarades
Piazza di Chouliarades

Terminato il riposo nelle ore più calde della giornata, ho ripreso la marcia nel pomeriggio con destinazione finale il paese di Michalitsi a poco meno di dieci chilometri da Chouliarades. Ho scelto di percorrere la strada asfaltata che unisce i paesi, dopo una mattinata di quel genere percorrere sentieri era fuori discussione! I dieci chilometri per arrivare a Michalitsi sono quasi tutti in discesa (alleluja!) con alcune brevi e dolci risalite, in mezzo ai boschi per cui quasi sempre ombreggiati. Si passa l’anonimo paesino di Vaptistis, e si arriva poi a Michalitsi, tappa finale del primo giorno di trekking.

Parco dello Tzoumerka
Parco dello Tzoumerka

Michalitsi ha riservato una bellissima sorpresa. Oltre ad avere una piazza meravigliosa con chiesa/torre campanaria/kafenion (la triade immancabile), quando sono arrivato il paese era in fermento e mi sono fermato al bar a sorseggiare una limonata e mangiare un toast. Col passare dei minuti, la folla aumentava e ho capito che un evento stava per essere celebrato. La ragazza del bar, portandomi da mangiare e bere, mi ha svelato il segreto: quel giorno si sarebbe celebrato il funerale di un’anziana del paese che era passata “al di là” dopo oltre novant’anni di vita terrena! Tutto il paese era accorso, incluso il parroco. Dalla mia posizione privilegiata ho potuto assistere a un momento comunitario veramente toccante e profondo: l’arrivo del feretro, i canti e tantissimi petali di fiori sparsi a celebrare la defunta.

Quando il feretro è entrato in chiesa, ho lasciato la piazza e mi sono diretto al luogo dove avrei passato la notte. Avevo infatti scovato tramite Google Maps, una chiesetta a due chilometri dal centro del paese, appartata e isolata. Al mio arrivo, uno scenario da cartolina mi stava attendendo: il sole stava tramontando e le montagne possenti dello Tzoumerka salutavano quel giorno in un tripudio di colori. La vetta del monte Kakarditsa, con i suoi 2.429 metri di altitudine, si stagliava sull’orizzonte e quella vista dalla chiesetta del Profeta Ilias rimarrà nei miei ricordi come una delle più belle dell’intero viaggio!

La chiesa era deserta, essendo utilizzata poche volte all’anno. Campeggiare nelle chiesette di periferia di questi paesini è sempre una buona idea perché è uno spazio protetto (dagli animali in primo luogo). Inoltre, facilmente avrete accesso all’acqua, in quanto c’è sempre una canna utilizzata per innaffiare il giardino. Questo vuol dire doccia fredda assicurata e acqua a volontà per poter cucinare! Tenetelo a mente!!

Postazione per la notte

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